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autore
brano
 
Cicerone
De Natura Deorum, I, 114
 
originale
 
[114] "At dolore vacant." Satin est id ad illam abundantem bonis vitam beatissimam? "Cogitat" inquiunt "adsidue beatum esse se; habet enim nihil aliud, quod agitet in mente." Conprehende igitur animo et propone ante oculos deum nihil aliud in omni aeternitate nisi "Mihi pulchre est" et "Ego beatus sum" cogitantem. Nec tamen video, quo modo non vereatur iste deus beatus, ne intereat, cum sine ulla intermissione pulsetur agiteturque atomorum incursione sempiterna, cumque ex ipso imagines semper afluant. Ita nec beatus est vester deus nec aeternus.
 
traduzione
 
114. Voi obbiettate che non soffrono alcun dolore. Ma ? sufficiente ci? a giustificare quella loro vita dotata d'ogni bene e perfettamente felice? ? La divinit? - mi si dice - pensa di essere eternamente felice non avendo alcun'altra cosa di cui preoccuparsi ?. Ma tu cerca di raffigurarti con l'immaginazione un dio che per tutta l'eternit? non formuli alcun altro pensiero se non questo: ? lo sto bene. Io sono felice ?! Non vedo neppure come a codesto dio felice non possa sopravvenire il timore della morte dal momento che ? incessantemente colpito ed agitato da un diuturno incontro di atomi e da lui si dipartono ad ogni istante delle immagini. Cos? il vostro dio non ? felice n? eterno.
 

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